Ti capita di osservare una persona che ami soffrire per il proprio rapporto con il cibo e sentirti impotente, frustratə o persino preoccupatə? Forse hai notato comportamenti insoliti, cambiamenti repentini nell’umore, oppure la persona che ami ti sembra distante e preoccupata. Aiutare chi ha problemi con il cibo può essere complesso, specialmente se temi di dire o fare qualcosa di sbagliato che possa peggiorare la situazione. È normale sentirsi insicurə o in difficoltà, ma la buona notizia è che la tua presenza empatica e consapevole può essere fondamentale per aiutare questa persona a sentirsi meno sola e più compresa. Vediamo insieme come offrire il tuo aiuto in modo efficace, rispettoso e soprattutto empatico, tenendo conto delle sensibilità e difficoltà emotive che spesso accompagnano queste situazioni delicate.
Indice dei contenuti
1. Ascolta senza giudicare
La prima e forse la più importante cosa da fare per aiutare chi ha problemi con il cibo è offrire un ascolto autentico e privo di giudizio. Spesso, chi affronta difficoltà con l’alimentazione prova sentimenti profondi di vergogna, ansia o paura del giudizio altrui. Crea uno spazio sicuro e protetto, in cui la persona possa esprimere liberamente ciò che prova e vive quotidianamente, senza paura di essere criticata o fraintesa. Ascoltare attentamente, evitando frasi come “basta mangiare di meno”, “dovresti solo avere più forza di volontà” o altri consigli affrettati e superficiali, rappresenta un sostegno significativo e prezioso per chi soffre.
2. Informati per comprendere più profondamente
I problemi con il cibo sono spesso fraintesi e banalizzati come semplici “questioni di dieta” o mancanza di autocontrollo. In realtà, queste difficoltà sono molto più profonde e possono coinvolgere dinamiche psicologiche, emotive e sociali complesse. Informarti bene su cosa significa realmente vivere con un disturbo alimentare o avere un rapporto conflittuale con il cibo ti aiuterà a essere una presenza più consapevole e comprensiva. Potresti iniziare leggendo articoli specifici come Disturbi alimentari: come riconoscerli e quando chiedere aiuto o Perché mi abbuffo? Parliamo di binge eating senza giudizio.
3. Offri sostegno emotivo invece di soluzioni veloci
Chi vive difficoltà con il cibo può sentirsi profondamente isolatə, incompresə e sotto pressione. Potresti sentirti tentatə di proporre soluzioni immediate o incoraggiare comportamenti che reputi salutari. Tuttavia, il più delle volte ciò di cui la persona ha bisogno è semplicemente sentirsi capita, ascoltata e sostenuta emotivamente. Dire frasi come “capisco che è difficile per te”, “non sei solə, ci sono qui per te” o “possiamo affrontare questa situazione insieme” è infinitamente più utile rispetto a un consiglio pratico non richiesto.
4. Evita commenti su peso, corpo e alimentazione
Uno degli aspetti più delicati nell’aiutare chi soffre di problemi alimentari è riuscire a evitare commenti sul corpo o sulle abitudini alimentari. Anche frasi apparentemente innocue come “stai bene così, hai perso peso?” o “oggi hai mangiato bene” possono innescare ansia e disagio. Piuttosto, concentra i tuoi commenti sugli aspetti emotivi e sulla personalità, come “oggi sembri serenə”, “che bella energia”, o “mi piace stare con te”. Questo aiuta la persona a sentirsi apprezzata per chi è davvero e non solo per come appare.
5. Non svalutare o minimizzare il problema
È fondamentale non minimizzare o banalizzare il disagio espresso dalla persona che ami. Evita frasi come “non è così grave”, “non sono questi i veri problemi, pensa ad altro” o “sei bellə così, non hai nessun problema”. I disturbi alimentari possono manifestarsi in ogni tipo di corpo e non si misurano dal peso o dall’aspetto fisico della persona. La sofferenza emotiva e psicologica associata ai problemi alimentari è reale e va sempre validata e rispettata.
6. Incoraggia delicatamente la ricerca di aiuto professionale
Un passo importante che puoi compiere è suggerire delicatamente alla persona cara di rivolgersi a unə professionista specializzatə, come unə psicologə o terapeuta espertə in disturbi alimentari. Puoi proporre risorse utili come quelle che trovi nella pagina Come ti aiuto, mostrando disponibilità ad accompagnarlə nel percorso iniziale di ricerca del supporto professionale.
7. Prenditi cura anche della tua salute emotiva
Supportare una persona cara che affronta difficoltà alimentari può essere emotivamente estenuante anche per te. È importante ricordarti che non puoi assumerti la responsabilità totale per il benessere o la guarigione della persona che ami. Prenditi cura della tua salute emotiva, poniti limiti sani e cerca eventualmente sostegno professionale per te stessə, così da continuare a offrire un aiuto autentico e sostenibile nel tempo.
In conclusione
Il tuo ruolo è fondamentale nel sostenere chi ha problemi con il cibo, e con empatia, informazione e consapevolezza puoi fare davvero una differenza significativa nella vita di questa persona.
Qui sotto trovi alcuni link di associazioni italiane che offrono supporto specifico ai genitori di chi vive un disturbo alimentare
FAQ: domande frequenti su come aiutare chi ha problemi con il cibo
Come faccio a sapere se la persona ha davvero un problema con il cibo?
Se noti preoccupazioni costanti riguardo al cibo, cambiamenti drastici nel comportamento alimentare, isolamento sociale, ossessione per il corpo e per il peso, potrebbe trattarsi di segnali di disagio. È importante non diagnosticare da solə ma incoraggiare una valutazione professionale.
Cosa posso fare se la persona rifiuta di parlarne?
Rispetta i suoi tempi. Mostrati disponibile e aperta, fai capire che ci sei quando si sentirà pronta. Insistere potrebbe causare ulteriori chiusure.
Come posso convincere qualcuno a cercare aiuto?
Piuttosto che convincere, offri informazioni, presenza e supporto. Puoi condividere testimonianze, risorse o proporre un incontro conoscitivo gratuito con un professionista, rispettando sempre le decisioni e i tempi della persona.
È colpa mia se qualcuno vicino a me sviluppa un disturbo alimentare?
No, i disturbi alimentari hanno cause multifattoriali: genetiche, ambientali e psicologiche. Non sono causati da una singola persona o comportamento. Il tuo ruolo è offrire comprensione e supporto, non caricarti di colpe.
In questo testo ho scelto di utilizzare la schwa (ə) per rendere il linguaggio più inclusivo. Questo simbolo permette di rivolgersi a tutte le persone, indipendentemente dal genere.

